Ogni anno, gli incendi paesaggistici causano danni agli ecosistemi e minacciano anche le aree residenziali come le aziende agricole, i villaggi e le periferie delle città. Sono molti i fattori che contribuiscono ad aumentare il rischio di incendio, come le alte temperature e i periodi di siccità prolungati, i forti venti, la configurazione dei combustibili a terra e la vegetazione estremamente infiammabile.
Il “Triangolo del Fuoco” è un modo semplice per capire come si verificano gli incendi paesaggistici. Ogni lato del triangolo rappresenta uno dei tre componenti necessari per avere un incendio- ossigeno, calore e combustibile. Quando non c’è abbastanza calore generato per sostenere il processo, quando il combustibile è esaurito, rimosso o isolato, o quando l’alimentazione di ossigeno è limitata, allora un lato del triangolo si rompe e l’incendio si spegne.
Calore
Una fonte di calore è necessaria per l’accensione iniziale dell’incendio, e il calore è necessario anche per mantenere il fuoco e permetterne la diffusione. Il calore permette la propagazione dell’incendio rimuovendo l’umidità del combustibile nelle vicinanze, riscaldando l’aria circostante e preriscaldando i combustibili sul suo percorso, consentendogli di diffondersi con maggiore facilità.
Combustibile
Il combustibile è qualsiasi tipo di materiale combustibile. La sua prontezza all’accensione e alla diffusione è determinata dal contenuto di umidità (quanto è umido il combustibile), dalle dimensioni e forma, dalla sua distribuzione all’interno di un ecosistema o nel paesaggio.
Ossigeno
L’aria contiene circa il 21% di ossigeno e gli incendi paesaggistici richiedono almeno il 16% di ossigeno per bruciare. I combustibili che bruciano reagiscono con l’ossigeno dell’aria circostante e rilasciano calore e prodotti della combustione, come ad esempio il fumo (emissioni di gas e particelle sottili), pericolosi per la salute umana, e le braci incandescenti, che possono innescare nuovi incendi.