Pericolosità Tecnologiche
Collasso di diga
Preparato da GHHD – European Centre on Geodynamical Risks of High Dams (Tbilisi, Georgia) & the Editorial Board
Come enfatizzato nel report del 2007 della International Commission on Large Dams, il ruolo cruciale svolto dalle dighe nella storia dell’uomo continuerà anche durante il XXI secolo, giacché la gestione dell’acqua diverrà sempre più difficile a causa del cambiamento climatico (sempre più irregolare) e della crescita della popolazione mondiale (che determina la crescita della domanda di acqua).
Come qualsiasi infrastruttura ingegneristica, la costruzione di una diga costituisce una potenziale sorgente di pericolo: il collasso di una grande diga causerebbe enormi danni alle infrastrutture, all’ambiente ed al sistema sociale e produrrebbe un arretramento nello sviluppo di una determinata regione. La sicurezza delle dighe costituisce, pertanto, un principale prerequisito per lo sviluppo sostenibile di un progetto di accumulo d’acqua o per un livello sostenibile di operatività di un sistema di accumulo esistente. E’ un dato di fatto che una tecnologia non sicura non abbia futuro, e la storia delle costruzioni di dighe, lunga alcune migliaia di anni, ha dimostrato come la sicurezza sia la base della sostenibilità.
Le dighe sono barriere artificiali che possono contenere acqua o qualsiasi altro liquido allo scopo di immagazzinare o controllare l’acqua. Le dighe sono conosciute da molte migliaia di anni. Furono costruite dalle prime civiltà nell’antica Cina, Mesopotamia, Persia, Egitto e India. Le dighe, così come gli argini (lunghi muri di terra) sono anche usati per difendere gli habitat e le terre dalle alluvioni dei fiumi, vale a dire per la riduzione del rischio da catastrofi.
Oltre al loro ruolo tradizionale nell’irrigazione, le dighe apportano grandi benefici all’umanità in settori importanti quali:
- Approvvigionamento idrico per uso domestico e industriale
È necessaria una fonte sufficiente di acqua per sostenere la civiltà esistente e la crescita futura. Le dighe contribuiscono in modo significativo a soddisfare i nostri requisiti di approvvigionamento idrico. Per adattarsi alle variazioni del ciclo idrologico ed evitare l’esaurimento delle falde acquifere, sono necessarie dighe e bacini per immagazzinare l’acqua e quindi garantire forniture più consistenti in caso di periodi di carenza d’acqua. - Domanda agricola per irrigazione e approvvigionamento alimentare
“Il cibo cresce dove scorre l’acqua” è un detto ben noto in molte regioni del mondo. Secondo le stime, l’80% di produzione alimentare aggiuntiva dovrà provenire, entro il 2025, da terreni irrigati. - Controllo delle alluvioni
Dighe e bacini possono essere utilizzati efficacemente per regolare i livelli dei fiumi e le inondazioni a valle della diga, immagazzinando temporaneamente il volume d’acqua che può determinare l’inondazione e rilasciandolo in seguito. Abbassare il livello del bacino idrico per accrescere la capacità di stoccaggio prima della stagione delle piogge elimina il rischio di inondazioni. - Energia idroelettrica
L’acqua è stata utilizzata fin dall’antichità per azionare ruote idrauliche per vari processi meccanici, come la macinazione del mais, il taglio del legno o il funzionamento di stabilimenti tessili. Dalla metà del XIX secolo, per la prima volta l’energia idrica fu utilizzata per produrre energia elettrica. Poiché l’acqua è una risorsa, l’energia idroelettrica è una fonte di elettricità rinnovabile e ampiamente utilizzata. Ciò che è molto importante, è una fonte pulita di energia, in quanto non comporta la combustione di carburante che può inquinare l’ambiente. - Altre finalità
Attività ricreative, miglioramento della navigazione, allevamento di pesci. Una diga necessita di diversi componenti per funzionare correttamente: il serbatoio (lago) che immagazzina l’acqua, lo sfioratore (struttura sopra o attraverso la quale il flusso viene scaricato da un serbatoio per evitare la tracimazione della diga), le opere di deflusso e una struttura di controllo. In condizioni operative normali il livello del lago è gestito dall’impianto di controllo che regola gli scarichi nelle opere di deflusso, costituite da una grande galleria o condotto con paratie di controllo. In condizioni di piena, il livello del serbatoio viene mantenuto sia dallo sfioratore che dalle opere di deflusso. Di conseguenza, una situazione d’emergenza correlata alla diga è una situazione in cui la funzione principale della diga (vale a dire l’accumulo d’acqua) non è più garantito.
Esistono diverse tipologie di dighe:
- dighe a terrapieno, costruite con terra o rocce (il 75% di tutte le dighe sono di questo tipo)
- dighe costruite in cemento, pietra o altro tipo di muratura vengono chiamate “dighe a gravità”
- dighe ad arco o contrafforti.
La selezione del sito di costruzione e della tipologia di diga comportano una valutazione dettagliata di fattori quali geologia, topografia, rocce di fondazione, idrologia, condizioni sismiche e la necessità di materiali da costruzione. Nelle strette valli, con rocce competenti, è preferibile costruire una diga in cemento, mentre nelle ampie valli, con rocce meno competenti, sono da preferire le dighe a terrapieno. Le dighe a terrapieno sono il tipo più comune in quanto utilizzano in parte il materiale asportato durante le opere di scavo.
A causa dell’esposizione al pericolo, le persone, le proprietà, i sistemi o altri elementi presenti nelle zone di pericolo sono soggetti a potenziali perdite: questa è considerata come vulnerabilità. Il rischio per catastrofe è il prodotto fra pericolosità ed esposizione – fonte di perdite umane ed economiche.
Esistono diversi tipi di rischi derivanti dalla presenza di dighe di grandi dimensioni (una panoramica completa è disponibile nel rapporto finale pubblicato dalla World Commission of Dams nel 2000:
- Terremoti
- Frane
- Alluvioni
- Invecchiamento della diga e dei suoi componenti
Dobbiamo distinguere tra i seguenti tipi principali di rischi legati alle dighe:
Naturali – forti terremoti, precipitazioni eccessive o fusione delle nevi, fenomeni di frana, che possono danneggiare il sistema o causare la tracimazione di acqua a causa di crolli o scivolamenti all’interno del serbatoio.
Antropici – errori nello sfruttamento (eccessivo rilascio di acqua dallo sfioratore e improvvise fluttuazioni nel rilascio di acqua durante il funzionamento della centrale elettrica); terrorismo; errori durante le fasi di progettazione o costruzione; carenze nei materiali da costruzione; invecchiamento degli impianti e dei materiali di costruzione delle dighe; problemi relativi alla qualità delle acque nel bacino idrico (malattie trasmesse dall’acqua, deterioramento della qualità dell’acqua a causa di materia organica, rilascio di sostanze pericolose, rifiuti derivanti dall’acquacoltura ecc.) che colpiscono le persone, le attività di pesca ecc.
I rischi naturali si verificano a causa di processi naturali su larga scala (come i terremoti, che si verificano a causa del movimento di enormi placche tettoniche) ed è impossibile (in caso di terremoti) o molto difficile (in caso di frane e alluvioni) prevenirli.
I pericoli derivanti dall’ambiente naturale sono specifici per ogni luogo, mentre i rischi provocati dall’uomo dipendono fondamentalmente dal comportamento e dalle azioni delle persone e, di solito, non sono specifici per ogni luogo. In aggiunta a ciò, ci sono una serie di rischi specifici ad un determinato progetto, che dipendono dal tipo di diga, dal progetto della diga, dalla costruzione della diga, dalla forma e dall’altezza della diga, dalle condizioni delle fondazioni, dal controllo delle infiltrazioni, dall’età della diga, dal volume del serbatoio, dalla profondità dell’acqua ecc.
Il risultato di tali eventi pericolosi potrebbe essere il collasso della diga e la generazione di un’onda di piena (quest’ultima è dovuta principalmente alla distruzione della diga od al sormonto da parte dell’acqua). Un’altra distinzione deve essere fatta tra i pericoli tecnici attesi per un nuovo progetto e i pericoli che riguardano un progetto esistente.
Nel mondo ci sono attualmente circa 50.000 grandi dighe. Le grandi dighe sono definite nel seguente modo: quelle che hanno un’altezza di 15 metri dalle fondazioni o, se l’altezza è compresa tra 5 e 15 metri, quelle che hanno una capacità di oltre 3 milioni di metri cubi.
La diga più grande del mondo, che immagazzina un enorme volume d’acqua, è la diga delle Tre Gole (Cina).
I grandi disastri legati alle dighe, con gravi conseguenze, possono quindi verificarsi ovunque nel mondo, laddove vi siano dighe presenti, appunto.
Molte dighe sono erette in stretti canyon, che di regola sono il risultato di un movimento tettonico attivo. A sua volta, la tettonica attiva significa che l’area (e le dighe) dovrebbe essere soggetta agli effetti dei terremoti, delle grandi frane e del creep tettonico.
Anche le grandi alluvioni possono danneggiare le dighe, così come le attività antropiche. Possiamo ricordare, per esempio, il grande disastro che si è verificato al Vajont (Italia) a causa dell’impatto di una enorme frana all’interno del bacino, oppure la distruzione delle dighe avvenuta durante la seconda guerra mondiale in Germania, e una serie di dighe che sono crollate in India e in Cina a causa di grandi alluvioni.
Tuttavia, oggi esistono diversi nuovi progetti caratterizzati da un potenziale di danno molto più elevato rispetto alle dighe sopraccitate. A causa dell’aumento della popolazione, dello sviluppo economico ecc., i rischi sono in costante aumento mentre le misure intraprese per garantire la sicurezza rimangono invariate.
Le cause degli più grandi incidenti che hanno interessato le dighe prima del 2000 sono presentate nella tabella seguente:
A partire dal 2000, nel mondo si sono verificati diversi incidenti che hanno interessato dighe:
- Le piogge estreme durante le inondazioni in Europa del 2002 hanno colpito la diga di Soběnov (Repubblica Ceca)
- Piogge inaspettatamente estreme nel 2005 hanno colpito la diga di Shakidor (Pakistan)
- L’errore di un computer/operatore nel 2005 ha avuto conseguenze sulla diga di Lesterville (Missouri, Stati Uniti); qui i marcatori utilizzati per indicare il raggiungimento del massimo livello della diga non sono stati rispettati ed il bacino ha continuato a riempirsi.
- La scarsa manutenzione e le forti piogge monsoniche del 2009 hanno colpito il bacino idrico di Taum Sauk a Tangerang, in Indonesia
- Un incidente ad una turbina, nel 2009, ha avuto conseguenze per la diga di Sayano-Shushenskaya, in Russia.
Il collasso di una diga porta con sé un intero spettro di conseguenze e crea nuovi tipi di rischi verso l’ambiente, l’ecologia, l’economia, il patrimonio finanziario, sociale, socio-economico, politico, culturale, il reinsediamento delle popolazioni indigene, ecc.
La rottura di una diga determina generalmente grandi perdite umane, perché l’area a valle è generalmente densamente popolata. Nella tabella che segue sono riportate alcune delle catastrofi determinate dalla rottura di dighe che hanno causato il maggior numero di perdite umane:
L’impatto sull’ambiente provocato della rottura di una diga può essere significativo: l’inondazione che ne deriva può coprire vaste aree, distruggendo gli habitat naturali di piante e animali. Ancorché questo possa essere considerato un impatto a breve termine, in occasione di momenti particolarmente critici si dovrebbero attivare norme operative per la regolamentazione dei flussi a valle, col fine principale di proteggere gli habitat.
I pericoli ambientali che possono originarsi a seguito della costruzione di una diga, all’interno di un bacino fluviale, possono essere ancora più gravi in quanto il ciclo naturale dell’acqua può essere completamente modificato. Durante la fase di progettazione, si dovrebbe pertanto già prevedere l’adozione di misure di mitigazione, per così dire, “in via preventiva”:
- si dovrebbe eliminare la vegetazione nella zona potenzialmente allagabile
- le opere di deflusso dovrebbero controllare la temperatura e la qualità dell’acqua a valle per preservare le condizioni naturali
- dovrebbe essere garantito il mantenimento di corridoi per favorire il libero passaggio di pesci e di altri organismi acquatici.
Questi incidenti possono causare anche ingenti perdite socio-economiche come, ad esempio, la perdita di proprietà e di produzione, le perdite economiche dovute alla indisponibilità dell’acqua contenuta nel bacino, la disoccupazione e il rallentamento dello sviluppo economico.
Altre conseguenze possono essere la mancanza d’acqua per l’irrigazione e per gli scopi domestici e disordini politici. L’alluvione causata dalla rottura della diga può danneggiare i monumenti e, in generale, il patrimonio culturale.
Infine, la creazione di un bacino idrico può anche causare terremoti a seguito dello stress addizionale che l’acqua determina sulla crosta terrestre o dell’aumento della pressione interstiziale nelle rocce; questo effetto (definito come “sismicità indotta” dalla presenza del bacino idrico) è un evento naturale provocato dall’attività antropica.
L’unico modo per ridurre il rischio derivante dal collasso di una diga è quello di progettare la diga in modo tale che questa sia in grado di resistere alle pericolosità naturali o di ridurne l’impatto negativo. In caso di terremoto, questo si realizza tramite uno studio dettagliato dell’area in cui si prevede di costruire la diga – faglie attive, potenziale sismico, periodo di ricorrenza dei terremoti, proprietà geotecniche del sito – e costruendo la diga in modo che possa resistere a scosse sismiche senza subire danni sostanziali.
Contrariamente ai rischi naturali, i rischi provocati dall’uomo possono essere ridotti attraverso un tempestivo intervento. Ad esempio, una buona rete di monitoraggio in continuo, in grado di misurare le deformazioni che avvengono nella diga e nelle fondazioni, può indicare l’eventuale superamento dei valori critici, stimati in fase di progetto, da parte delle deformazioni stesse. In questo caso, il personale operativo della diga può modificare la velocità di riempimento o di scarico del bacino per ridurre l’incremento delle deformazioni.
Un importante aspetto è il fenomeno della sismicità indotta dalla presenza del bacino idrico (RIS). Esistono due principali modelli di RIS:
- l’aumento di carico sulla crosta terrestre derivante dal peso della massa d’acqua del bacino
- l’aumento della pressione interstiziale nella roccia.
Nel primo caso l’aumento di carico può modificare il campo di stress di una o più faglie, diminuendo la resistenza d’attrito rispetto agli sforzi tettonici e favorendo lo scorrimento lungo il piano di faglia, ovvero l’innesco di un terremoto.
Nel secondo caso la resistenza di attrito lungo faglia diminuisce a causa dell’aumento della pressione interstiziale. L’incremento della pressione dell’acqua all’interno delle rocce “lubrifica”, per così dire, il piano di faglia, attivandone il movimento, fino a quel momento impedito, ancorché in presenza di sollecitazioni tettoniche, dalle forze d’attrito presenti al contatto tra le superfici rocciose.
Non è ancora chiaro se la sismicità indotta dalla presenza del bacino idrico possa essere prevista con sufficiente precisione, al fine di attivare misure di protezione.
Nella tabella seguente vengono presentati i principali rischi e le rispettive misure di protezione:
Commento alla tavola:
- (A) L’allarme innescato dal verificarsi di una situazione insolita può essere gestito e controllato dal personale operativo della diga.
- (B) Una situazione in evoluzione si determina quando l’incidente tende manifestamente a trasformarsi in una seria minaccia alla sicurezza della diga e per la popolazione che vive a valle. A questo punto non è ancora possibile capire se la situazione potrà essere portata sotto controllo.
- (C) Una situazione imminente si sviluppa quando diviene palese che l’evoluzione dell’incidente e della minaccia relativa non possono essere fermati, ma le conseguenze possono ancora essere mitigate, ad esempio attraverso l’evacuazione della popolazione in pericolo.
Il problema più importante è proteggere le persone e prevenire la perdita di vite umane; quindi, l’obiettivo principale è avere dighe sicure. Tutti gli altri problemi sono molto meno rilevanti finché la vita delle persone non viene messa a repentaglio. Questo è il motivo per cui la progettazione e lo sfruttamento delle dighe dovrebbero tenere conto di tutti i possibili pericoli.
Dotandosi di un sistema di allarme pienamente operativo e di una pianificazione di emergenza, nel caso del collasso di una diga la perdita di vite umane può essere ridotta al minimo.
I pericoli legato alle dighe possono quindi, in certa misura, essere ridotti da un’efficace sorveglianza che preveda:
- la regolare ispezione visiva delle pareti della diga, delle fondazioni, del bacino idrico e di altre costruzioni correlate;
- il monitoraggio strumentale in continuo della diga e delle fondazioni.
Negli anni ’70, i lunghi tempi di acquisizione manuale e di elaborazione dei dati strumentali vennero ridotti drasticamente dallo sviluppo dei data logger digitali e dei computer. L’ultimo passaggio nell’automazione dei sistemi di monitoraggio è avvenuto di recente, attraverso l’implementazione di sistemi di telemetria per l’acquisizione remota dei dati strumentali: Sistemi Automatici di Acquisizione Dati (ADAS è l’acronimo inglese). L’idea che sta dietro l’utilizzo di sistemi di monitoraggio per valutare il grado di sicurezza delle dighe è che il monitoraggio in continuo consente di stimare quanto le deformazioni, che si sviluppano nel corpo della diga e nelle fondazioni, si scostano dai valori che, in fase di progettazione, sono stati valutati compatibili con la condizione di stabilità.
La formazione delle persone nella gestione delle emergenze è certamente di grande utilità. A tale scopo, le organizzazioni di protezione civile, e le altre istituzioni responsabili della gestione delle emergenze, devono partecipare a regolari corsi di formazione e le persone dovrebbero essere consapevoli dei comportamenti da adottare in caso di emergenza.
Tutte le altre conseguenze possono essere ridotte efficacemente solo attraverso una adeguata pianificazione dell’uso del territorio che, come noto, necessita di tempi lunghi per essere implementata.
Infine, è possibile assicurarsi rispetto al danno economico, anche se l’assicurazione non è la soluzione migliore: aiuta solo a far fronte ad una delle tante conseguenze del collasso di una diga.
Esistono due modi in cui è possibile prevedere il pericolo, vale a dire attraverso previsioni indipendenti dal tempo e dipendenti dal tempo. Le previsioni indipendenti dal tempo forniscono informazioni relative alle aree soggette a rischio, alle intensità attese ed ai tempi di ritorno.
Ad esempio, il rischio sismico viene previsto in base a questo secondo modo: i calcoli statistici consentono di valutare la probabilità di accadimento (o non insorgenza) di un evento pericoloso, di data intensità, in un dato luogo, in un dato intervallo di tempo. Dovrebbe essere preso in considerazione il cosiddetto “terremoto di riferimento” (OBE è l’acronimo inglese), con un intervallo di ricorrenza di 237 anni, per cui la struttura sia in grado di resistere in modo sicuro, senza danni. Il rischio di alluvione derivante dal collasso di una diga può essere previsto in modo simile, in cui l’alluvione di progetto (IDF è l’acronimo inglese) viene utilizzata per progettare e/o modificare una diga, in particolare per quanto riguarda il dimensionamento degli sfioratori e degli scarichi. Tutte queste valutazioni migliorano la resistenza della diga nei confronti degli eventi estremi.
Sfortunatamente, la previsione di un terremoto è ancora impossibile. La previsione di alluvioni è più fattibile, in quanto il monitoraggio dei parametri meteorologici (compresi i dati relativi a precipitazioni, temperatura, manto nevoso) consente il calcolo della portata di deflusso. Quindi le opere di scarico speciali possono regolare il deflusso delle acque di piena.
Anche la pericolosità di frana può essere monitorata attraverso sistemi tecnologici moderni (quali il Global Positioning System o GPS, il Light Detection e Ranging Systems o LiDAR, l’Inverse Synthetic Aperture Radar o INSAR), che restituiscono il valore di spostamento dei punti della superficie topografica; il regolare monitoraggio della velocità di movimento della frana fornisce dati utili per la predizione dello stato critico, che può essere causato, tra l’altro, da forti piogge e dalla repentina fusione del manto nevoso.
Simile alla zonizzazione sismica, la “zonizzazione delle inondazioni” è molto utile per prevedere l’entità delle potenziali inondazioni, i battenti d’acqua e il momento dell’arrivo dell’onda di piena. È possibile calcolare in modo più preciso lo scenario di allagamento spazio-temporale utilizzando dettagliate mappe digitali di elevazione (DEM è l’acronimo inglese).
Molti dei rischi legati alle dighe possono essere evitati mediante un’indagine geologica, geofisica e ingegneristica del sito in cui si prevede di realizzare la futura diga.
Le questioni più importanti nella corretta valutazione dei pericoli sono determinati da:
- faglie tettoniche attive
- frane e altri processi di versante
- l’alta permeabilità della roccia o del suolo che circonda la diga
- i massimi di piena
- la sedimentazione del bacino
- gli impatti sulle abitazioni
- gli impatti negativi sulla pesca, sui boschi e sugli animali.
Naturalmente, i rischi naturali a larga scala (come i terremoti) non si possono prevenire, ma è comunque possibile prevedere, nella fase di progettazione delle dighe, quale potrà essere l’entità di un forte scuotimento atteso in futuro. Le stesse misure preventive possono essere realizzate relativamente ai rischi tecnologici, attraverso regolari ispezioni o speciali sistemi di monitoraggio.
La mitigazione delle conseguenze dei terremoti e delle alluvioni è possibile tenendo conto, in fase di progettazione della diga, dell’intensità prevista dello scuotimento sismico (terremoto di riferimento) e dell’alluvione di riferimento.
Gli insediamenti umani dovrebbero inoltre essere pianificati calcolando, in fase progettuale, il possibile impatto dovuto alle onde di piena. L’installazione di sistemi di monitoraggio e allarme può contribuire a ridurre in modo significativo il rischio di perdite umane.
Naturalmente, corrette polizze assicurative possono dimostrarsi molto importanti per mitigare i disastri causati dalle dighe.
Prima dell’incidente:
- La diagnosi precoce dei segnali di pericolo è fondamentale per garantire una efficace sicurezza rispetto al pericolo dighe. Se l’indebolimento della struttura viene rilevato in una fase molto precoce, possono essere adottate misure per porvi rimedio ed impedire che si trasformi in un pericolo. Anche se il rilevamento di problemi strutturali avviene tardivamente, si può comunque agire per mitigarne gli effetti, ad esempio abbassando il livello dell’acqua all’interno del bacino. Anche se il problema strutturale viene rilevato solo poche ore prima del collasso, ciò consentirebbe comunque di intraprendere azioni per salvare vite e beni.
- Conoscere l’area potenzialmente inondabile.
Come tutti i tipi di modelli, la modellazione delle alluvioni è un’approssimazione della realtà e ci fornisce un quadro generale. Il software di simulazione per la modellazione delle inondazioni viene utilizzato per calcolare altezza e velocità dell’acqua in caso di collasso di una diga. I risultati possono essere utilizzati per l’analisi del collasso della diga, per la gestione delle catastrofi, per la pianificazione dell’evacuazione, per la valutazione dei danni provocati dalle inondazioni, per l’analisi dei rischi e per la pianificazione del paesaggio, delle infrastrutture e del tessuto urbano. - Saper trovare le aree topografiche più elevate, dove è possibile trovare rifugio (quali colline, piani superiori di edifici stabili ecc.).
- Saper riconoscere i segnali d’allarme.
b) International special sign for dangerous works and installations .
During the accident:
Reach as soon as possible the elevated sites.
Per identificare i pericoli a cui è soggetta una determinata diga, i seguenti tipi di mappe risultano di fondamentale importanza:
- Mappe digitali di elevazione per la modellizzazione dei potenziali effetti di inondazione.
- Mappe geologiche che mostrano il terreno su cui viene eretta la diga.
- Mappe di faglie tettoniche attive, quali possibili sorgenti di terremoti e di lente deformazioni.
- Mappe di pericolosità sismica, che mostrano, per un determinato sito, l’impatto previsto da parte del terremoto.
- Mappe geomorfologiche, che delineano possibili zone sorgenti di movimenti di massa (ad esempio frane, colate di detriti).
Una mappa di modellizzazione delle alluvioni mostra l’altezza e la velocità dell’onda di piena e la dinamica della piena nel dominio del tempo:
I principali rischi legati alle dighe sono le scosse sismiche e le tracimazioni, quest’ultime dovute all’impatto di una frana sul bacino idrico o a grandi alluvioni. La diga dovrebbe essere progettata per resistere all’intensità del terremoto di progetto (vale a dire il cosiddetto terremoto di riferimento). Per il calcolo del potenziale impatto sismico, vengono prima compilate le mappe delle faglie tettoniche attive nell’area. Vengono quindi valutati lo spettro di intensità ed il tempo di ricorrenza dei terremoti generati da queste faglie e, infine, viene calcolato l’impatto del terremoto (la cosiddetta accelerazione spettrale in superficie) nell’area della diga. È importante anche prendere in considerazione le condizioni del sito (suolo) e conoscere la frequenza di vibrazione naturale della diga, perché è a questa frequenza di scuotimento che la diga risulta maggiormente vulnerabile.
Se tutte queste informazioni vengono prese in considerazione durante la progettazione e la costruzione della diga, la resistenza sismica della struttura della diga viene garantita.