8. Si possono prevedere le conseguenze di un’emergenza radiologica?

Le radiazioni ionizzanti sulle persone colpiscono le persone trasferendo ai tessuti del corpo energia che può causare danni alle cellule o la loro morte. In alcuni casi gli effetti possono essere nulli. In altri casi, le cellule possono sopravvivere, ma assumere forme anormali, sia in modo temporaneo che permanente, oppure trasformarsi in cellule maligne. Grandi dosi di radiazioni possono causare danni cellulari molto estesi e condurre alla morte. Con dosi più basse, la persona o gli organi colpiti possono sopravvivere, ma le cellule risultano danneggiate, innalzando le possibilità di insorgenza di neoplasie. L’estensione del danno dipende dalla quantità complessiva di energia assorbita dai tessuti del corpo (dose assorbita), dal tempo e dalla velocità di esposizione e dal particolare organo colpito.

Gli effetti causati dall’esposizione a basse o moderate dosi di radiazioni possono non essere evidenti per mesi od anni. Per la leucemia, il periodo minimo tra l’esposizione alla radiazione e la comparsa della malattia (periodo di latenza) è di 2 anni. Per tumori solidi, il periodo di latenza è superiore a 5 anni. Le tipologie di effetti e la loro probabilità di insorgenza possono variare a seconda che l’esposizione abbia luogo durante gran parte della vita di una persona (cronica) o durante una periodo molto limitato della vita (acuta).

Le radiazioni ionizzanti costituiscono una causa di rischio per le persone, ma possono essere utilizzate anche per il bene della comunità.